In un’epoca in cui la creatività viene spesso confusa con l’eccellenza tecnica, la serie “Abstract: The Art of Design” di Netflix riporta al centro dell’attenzione i veri valori del settore creativo. Questa serie documentaria mette in luce una realtà che, soprattutto in Italia, evidenzia un preoccupante declino nella valorizzazione del design. Oggi, infatti, il contributo creativo dei designer viene misurato con criteri estranei alle dinamiche proprie del mondo creativo, assimilando il loro lavoro a mansioni lontane dall’innovazione e dall’espressione artistica.
Uno degli elementi chiave che emergono da “Abstract” è l’indipendenza professionale dei creativi. La maggior parte dei designer presentati sono liberi professionisti con un proprio studio, collaborando esternamente con agenzie o aziende. Non è richiesta la loro presenza costante presso le sedi dei clienti; al contrario, viene valorizzato lo spazio creativo personale che ogni designer coltiva per stimolare l’immaginazione. Il professionista è riconosciuto e rispettato per le sue competenze, e c’è fiducia nelle sue capacità di guidare il progetto nella direzione migliore. Ciò che sorprende è l’assenza di committenti che si affiancano al designer come ombre. I clienti affidano la responsabilità creativa al designer senza interferire costantemente nel processo, permettendo la realizzazione di opere autentiche e innovative.
I creativi—che siano designer, artisti o progettisti—sono lasciati liberi di esprimere la propria visione. Esiste una fase iniziale di briefing in cui vengono stabiliti i confini e le peculiarità del progetto, ma raramente si assiste a cambiamenti drastici delle richieste durante il processo creativo. Questo approccio è facilitato dall’uso efficace di moodboard e bozze preliminari, strumenti che rassicurano il cliente e permettono di correggere eventuali incomprensioni fin dall’inizio. Questo metodo, adottato anche da noi di Think, si basa sulla filosofia di coinvolgere il committente nelle prime fasi decisionali post-briefing. Così facendo, si crea un clima di fiducia che facilita l’accettazione delle indicazioni professionali. “Abstract” non è solo un racconto che evidenzia come in Italia si sia rimasti ancorati a dinamiche obsolete; è anche una fonte inesauribile di ispirazione per ogni giovane designer, demolendo l’idea che il designer sia un semplice esecutore e restituendogli il ruolo di protagonista delle proprie opere.
Un altro aspetto fondamentale evidenziato dalla serie è l’importanza del tempo. Creare qualcosa di significativo richiede tempo per la ricerca, la riflessione e la sperimentazione. Attraverso l’esperienza di questi giganti del design, comprendiamo quanto sia essenziale disporre di tempistiche adeguate per realizzare progetti di alto livello. Sebbene le scadenze siano inevitabili, il tipico—e molto italiano—“mi serve per ieri” è un concetto che difficilmente trova spazio in contesti dove il design raggiunge standard elevati. È incoraggiante vedere come i committenti dei creativi presentati nella serie mostrino lungimiranza nel concedere tempi umani e corretti per la progettazione. Questo rispetto per il professionista e per il suo processo creativo non solo migliora la qualità del lavoro finale, ma alimenta anche la passione e la dedizione del designer.
“Abstract: The Art of Design” non è solo una celebrazione del design internazionale, ma anche un invito alla riflessione per chi opera nel settore in Italia. È fondamentale che i designer esigano il rispetto meritato per il proprio lavoro, non per spirito di ribellione, ma per poter esprimere al meglio la propria professionalità e continuare ad amare ciò che fanno ogni giorno. Per approfondire come valorizzare il processo creativo nel tuo progetto di branding o UX/UI design, contattaci e scopri come possiamo collaborare per dare vita alle tue idee. Image credits: Netflix - Abstract